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Ravenna
Viale giorgio pallavicini 22

Giuseppe nicoloro fuori dalla camera oscura… un omaggio alle donne

Giuseppe nicoloro  fuori dalla camera oscura… un omaggio alle donne
Ravenna, Viale giorgio pallavicini 22 dal 26/02/2022 fino al 08/03/2022 ( Gratis )

Attenzione! Evento terminato!

Sabato 26 febbraio 2022 alle ore 18:30 presso lo spazio espositivo Pallavicini22 Art Gallery in Viale Giorgio Pallavicini 22 a Ravenna inaugura “FUORI DALLA CAMERA OSCURA… Un omaggio alle donne”, una mostra personale di Giuseppe Nicoloro patrocinata dal Comune di Ravenna Assessorato alla Cultura e dall’ Accademia di Belle Arti di Ravenna, che rimarrà allestita fino a martedì 8 marzo e sarà aperta al pubblico tutti i pomeriggi dalle 17:00 alle 20:00 e dal venerdì alla domenica anche al mattino dalle 09:00 alle 13:00. Sarà possibile visitare la mostra anche in altri orari, contattando pallavicini22.ravenna@gmail.com. Per accogliere i visitatori in sicurezza, l’ingresso in Pallavicini 22 Art Gallery sarà regolato in conformità alle disposizioni ministeriali.

La mostra
In questa mostra, che Giuseppe Nicoloro dedica alle donne, sono esposte fotografie scelte tra ricordi di viaggio o tratte in prevalenza dall’archivio del suo lavoro di fotocronista, impegnato a documentare eventi di ogni genere, altre nascono da scatti di strada, all’impronta, quando persone e situazioni catturano l’attenzione del fotografo.
Con la scelta del titolo per la mostra, Giuseppe Nicoloro gioca con la metafora della secolare “camera oscura” del pregiudizio, della discriminazione che ha relegato le donne nel buio delle stanze domestiche, in ambiti marginali della società, generalmente deputate a compiti di cura. È da una “camera oscura” simbolica da cui oggi le donne sono uscite, sviluppando tutte le loro potenzialità latenti, a lungo inespresse o misconosciute, diventando dunque presenze sempre più visibili ovunque.
La mostra vuole documentare la presenza delle donne attorno a noi, in svariate situazioni, nella disparità delle condizioni. Fra le tante possibili scelte, Giuseppe Nicoloro ha previlegiato le fotografie che a suo parere sono più significative, per il contesto, per un movimento, un gesto, un’espressione, per il significato sotteso.

Il fotografo
“Fermare l’immagine con uno scatto è dare una testimonianza che resiste al tempo, mentre la memoria sfuma”. Questa la convinzione di Giuseppe Nicoloro, fotogiornalista che ha scelto di esprimersi attraverso “la scrittura con la luce”, per documentare, comunicare e raccontare le storie, le persone e i luoghi che stavano cambiando sotto i suoi occhi.
Di origine campana (è nato a Tufo, in Irpinia) dopo aver vissuto a Napoli e Taranto, si sposta a Milano e qui decide di rimanere per vivere appieno lo spirito degli anni ’70 e ’80. Vuole essere parte del fermento sociale, culturale e politico della tumultuosa metropoli, e, soprattutto, vuole esserne una voce narrante.
L’ambiente cittadino è il terreno fertile in cui sperimentare la passione per la fotografia che diviene la sua professione. Frequenta i corsi serali della storica scuola “Umanitaria” di Milano, dove studia e pratica tutte le tecniche di ripresa; si interessa della storia della fotografia, si interroga sulla sua funzione sociale e sull’uso delle immagini.
Dal 1985, dopo esperienze in ambito commerciale, Nicoloro inizia una pluriennale collaborazione con la casa editrice Cino Del Duca (riviste Stop e Historia) e dal 1992 si iscrive all’Ordine Nazionale dei Giornalisti come pubblicista. Da allora le sue fotografie escono su quotidiani e periodici nazionali (Corriere della Sera, Repubblica, la Stampa, Panorama, l’Espresso…) cartacei e online.
L’amore per questa forma espressiva travalica il mestiere di fotogiornalista e Giuseppe Nicoloro scatta anche seguendo i propri interessi personali, arricchendo il proprio archivio e allestendo alcune personali, ultima delle quali “Il sorriso e lo sguardo di Alda Merini” in mostra presso Pallavicini 22 nel novembre 2021 per ricordare la poetessa nell’anniversario della morte.
I suoi scatti fotografici racchiudono tutta la poesia di " ... uno straordinario strumento narrativo per chi parla poco e scrive meno."



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