San vito al tagliamento
Atico ospedale dei battuti
Sonia costantini, memoria del colore
San vito al tagliamento, Atico ospedale dei battuti
dal 01/07/2023 fino al 20/08/2023
( Gratis )
Attenzione! Evento terminato!
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Sonia Costantini
Luca Pietro Nicoletti
Fra i grandi amori di Sonia Costantini occupano una posizione di tutto rispetto i grandi maestri del Quattrocento italiano. In principio fu la rarefatta e astraente arcaicità di Piero della Francesca, soppiantato poi dall’estatica rivelazione della “pittura di luce” di Beato Angelico. In un caso come nell’altro si tratta di predilezioni che afferiscono al campo della grande decorazione murale, e che tradiscono la vocazione dell’artista per le grandi superfici, per un’idea di pittura ipnotica e avvolgente, che si fa avanti nello spazio e lo risemantizza grazie all’oggetto fisico della tela come campitura di colore che non resta attaccata alla parete, ma si riverbera nello spazio circostante.
Ma come si può conciliare la grande lezione del primo Rinascimento con la monocromia più rigorosa? E come si fa ad ascrivere il caso di Sonia Costantini al canone della fortuna visiva degli antichi maestri? Bisogna rinunciare al paradigma delle derivazioni iconografiche e immedesimarsi in uno sguardo estremamente selettivo, capace di isolare con precisione determinati colori e serbarne una memoria intensa e partecipata.
È lo stesso modo in cui fu possibile mettere a fuoco, in passato, la folgorazione avuta da Rothko, all’inizio degli anni Cinquanta, in visita al Monastero di San Marco.
È possibile dunque stabilire una fitta rete di relazioni fondate su una memoria non iconografica ma cromatica, in cui la pittura assume una peculiare sfumatura di significato nel momento in cui si comincia a ragionare non tanto in termini di poetica “analitica”, da cui pure Sonia Costantini discende, ma sulle ragioni di scelta di una tavolozza accostante, composta costruendo colori dalla tinta preziosa, posato sulla tela come una pellicola pittorica sottile e coprente: il quadro, infatti, è frutto di un lavoro lento e paziente di campitura per addizione di piccoli tocchi di colore a corpo levigato, anzi accarezzato, come una pelle uniforme, vibrante, che sfugge al tatto ma è distintamente percepibile. È lì che prende forma l’emozione data dal colore puro: dalla vibrazione generata dal lavorio minuto e paziente intorno al colore, alla minuzia con cui la superficie è stata riempita di piccoli tocchi di colore. Un gesto minuto e leggero, disciplinato e devoto, che trasforma il dipinto, da superficie, in icona.
Sonia Costantini è nata nel novembre del 1953 in provincia di Mantova, città dove vive e lavora. Inizia a esporre nei primi anni Ottanta. Sin dagli esordi la sua ricerca artistica è indirizzata alla pratica della pittura, sperimentando varie tecniche. Nel 1986, dopo la partecipazione al "37° Salon de la Jeune Peinture" al Grand Palais di Parigi, il suo lavoro andrà precisandosi sempre più come indagine tesa a sviscerare i valori luministici della materia pittorica. Negli anni Novanta è presente in numerose esposizioni personali e collettive, in spazi pubblici e privati. Sono anni in cui il suo lavoro si concentra sempre più verso una pittura di un unico colore e si accentua la capacità dello sguardo di sondare la percezione della luce dentro la pasta cromatica. Con la personale al PAC di Ferrara del 2001 il suo lavoro si radicalizza ulteriormente e la sua attività espositiva si allarga in ambito internazionale. Gli ultimi anni la vedono impegnata a puntualizzare definitivamente l'ambito della propria ricerca, privilegiando in maniera incondizionata il colore come valore assoluto. Sue opere sono presenti in varie collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero, tra queste la Collezione Giuseppe Panza di Biumo.