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L'ultimo volo un incontro con la storia, la vita, gli amori di un pilota italiano dell’iconico aereo ju 87 stuka della seconda guerra mondiale

Bresso mi, viale antonio gramsci 1 dal 02/03/2024 fino al 03/03/2024 ( Gratis )

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Ivano Ceribelli,
filosofo e scrittore, a seguito della pubblicazione del suo nuovo libro “L’ultimo volo” edito da Rossini Edizioni Milano (Gruppo Santelli), da poco rientrato dall’ultima presentazione che ha avuto luogo a Benevento, all’interno del prestigioso circuito “Liber Fest”, proporrà, attraverso ricordi, brevi filmati, immagini, lettere e documenti storici, una riflessione intima e dialogale sull’umano abitare il mondo, la vita e il cielo ...
Sarà possibile visionare la raccolta epistolare originale del tempo (con affrancature e censure) consistente in oltre 280 lettere, cartoline, telgrammi.
Saranno esposte le opere pittoriche presenti nel testo.

Al termine verrà offerto a tutti lo storico cocktail aeronautico del «Buon ritorno» a base di liquore di violetta. Un sapore antico …
Ingresso libero.

Qualcosa circa il libro
"L'ultimo volo" edito da Rossini Editore (Gruppo Santelli di Milano) che ho steso in questi ultimi tre anni parla di una storia vera che, partendo da imprescindibili contestualizzazioni autobiografiche, prende forma e corpo lungo gli anni 1940-1943 del Secondo conflitto mondiale.
Ovviamente ne è radice il mondo aeronautico, un pilota di Stuka (Junkers Ju 87), ma anche una profondissima relazione d'amore e un costante e conseguente richiamo all’introspezione e alla molteplicità pluriversa, in continuativa ricollocazione, dei "valori", dei "desideri", non meno che dell'attuale "domandarsi", circa l'umano abitare il mondo lungo il trasformarsi dei suoi paradigmi.
Arricchiscono l'opera tre introduzioni d'eccezione, a firma di:
Enrico Giannetto - Bergamo - (Fisico teorico, professore ordinario presso l’Università degli Studi di Bergamo, autore, filosofo);
Riccardo Cioni - Pisa - (Comandante pilota, istruttore di volo, avvocato, libero professionista);
Isaac Fusari - Parigi - (Nipote del pilota protagonista del libro, giornalista, filosofo).
Di Angelo Tonelli - Lerici - (Filosofo, insigne traduttore ed esegeta della classicità greca, regista teatrale, autore, poeta), la postfazione.

Durante gli anni che ho dedicato alla stesura dell'opera, ho svolto inoltre una serie di attività alla ricerca di ulteriori, possibili tracce di quel tempo ancora oggi presenti e significative, muovendomi dagli archivi storici fino "alla sponda opposta", quella delle relazioni umane, ri-scoprendo un mondo sopito ma ancora emozionalmente e culturalmente ricco e significativo. Si tratta di un’attività di ricerca storica e umana che ancora prosegue!
Quindi, ricordi e relazioni, ma anche aeroplani e cieli, e ancora amori e stelle, all'interno e lungo lo scorrere temporale e dentro le luci dell'umano credere.
Un uomo, che ha un nome e una storia, del quale si incontra l'amore e l'eroica morte (avvenuta il 18 agosto 1943: siamo a circa ottanta anni da quel tragico evento, mentre in Italia abbiamo da poco concluse le celebrazioni in riferimento al centesimo anniversario dell'Aeronautica Militare Italiana, con tutte le sue luci e le sue ombre).
L'intimo e lieve aspetto autobiografico del libro, si manifesta attraverso lo stretto legame (d'amore e di carne) che ho con quel carteggio epistolare, ma anche con la simile passione per il volo e gli areoplani, mentre una continua successione di risonanze, di riflessioni filosofiche e di apparenti casualità, rendono quest'opera un'espressione determinante e inevitabile della mia vita, non meno che un nucleo di fondazioni riflessive per chi volesse con essa confrontarsi. Infatti, il velivolo che il pilota protagonista del testo utilizza per tornare da noi, in questo suo "ultimo volo" non porta più con sé armi o strumenti di devastazione, ma voci, riflessioni, offerta di dialoghi, continui inviti verso una nuova ermeneutica dell'umano vivere, abitare, amare e trasformare/cambiare il Mondo.
Non quindi l'ultimo volo che quel pilota fece prima di essere colpito e abbattuto, ma quello che sta facendo ora verso di noi, verso questo presente, in quanto "chiamato".
Ogni nostro volo, ma ancor più, ogni ultimo volo, tecnico, emozionale o culturale che sia, è sempre "risposta a una voce, a una esistenza, a una presenza che chiama".
Questo, molto sommariamente, il "risvolto metafisico" del libro e questa "presenza che chiama" è la ragione tanto forte quanto sottile del mio essermi permesso di raccontarla, al fine di riuscire a ridare voce a questo giovane pilota morto a 23 anni nel 1943; ridargli un volto e conseguentemente la possibilità di raccontarsi e, forse giustificarsi. Il tutto all'interno di una relazione d'amore dai profondi risvolti etici e dai lucidi, immediati inviti alla riflessione. Perché a me sembra sia ancora possibile ascoltare il cupo suono di quel terribile aereo in volo, ma ancor più la voce di un giovane italiano e della "giovane maestrina" che lo ha amato e che lo ha sempre interrogato, smosso e commosso.

Ivano Ceribelli è nato a Bergamo nel 1958.
Figlio di una insegnante di scuola elementare e di un pianista, si laurea, in età matura in Filosofia presso l’Università degli studi di Bergamo. Fin da giovanissimo affascinato dal volo, è pilota di areoplani da turismo. Vive in Liguria da alcuni anni.



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