Napoli
Piazzetta del grande archivio, 1
Forme amorfe di davide stasino e lucio ddt art
Napoli, Piazzetta del grande archivio, 1
dal 08/06/2024 fino al 28/06/2024
( Gratis )
Attenzione! Evento terminato!
Attenzione! Evento terminato!
In data 08 giugno 2024, alle ore 17.00, presso la Chiesa di Santa Maria Stella Maris sarà inaugurata la mostra
relativa al progetto FORME AMORFE, comprendente le opere di Davide Stasino e Lucio DDT ART, due fra gli artisti
più interessanti e originali della scena contemporanea. La loro produzione artistica rappresenta una
testimonianza di una doppia ricerca: civile ed estetica. Profondamente consapevoli della mobile, cangiante,
complessa realtà contemporanea, le loro opere si pongono come stimoli potenti e visionari di critica al mondo.
Il progetto FORME AMORFE nasce dall’intento di affiancare non solo due stili, ma due metodi di lettura e
interpretazione della realtà. Davide Stasino indaga il mistero della figura umana, soggetto e oggetto della visione,
forma seducente e superficie pericolosa. Lucio DDT ART presenta mondi e creature del divenire e dell’avvenire,
carichi di dolorosa (in)consapevolezza, tristezza postatomica e mutazioni subite. Oltre agli Artisti suddetti,
interverranno come relatori: Andrea Capasso (Docente di discipline letterarie, latino e greco), Diego Pirozzolo
(Giornalista d’arte e cultura), Giuseppe Serroni (Presidente dell’Associazione “I Sedili di Napoli”).In occasione del
primo giorno della mostra sarà presentato il catalogo relativo al progetto FORME AMORFE. La mostra sarà aperta
dal giorno 8 al 28 giugno 2024 (orario di apertura: tutti i giorni, dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 19.00,
presso la Chiesa di Santa Maria Stella Maris, Piazzetta del Grande Archivio n.1, Napoli).
Viaggio ai confini di universi paralleli tra donne dal volto celato e toys post apocalittici
Di Diego Pirozzolo
Ma il cielo non riesce a scaricare pioggia, mentre la vite piange, riversa la sua linfa sul terreno, prepara i suoi
frutti: forse avremo altro vino nuovo, altro vino buono. Pensieri sparsi con gli occhi persi sulla campagna di
Frascati che scivola via di corsa dal finestrino di un autobus. Si vedono sfumare le colline e gli incubi dello stato
di dormiveglia della mia notte insonne. Appena figurati nella mente, appaiono giochi, volti perduti, aeroplanini,
orsacchiotti imbronciati si alternano simili ad immagini ad intermittenza. “Quei lampi che ci permettono di
vedere, ma di vedere davvero, se non fossero più rapidi degli altri”, scriveva Breton padre del movimento
surrealista. Penso a Nadja, protagonista del suo romanzo, alla sua capacità di cogliere l’invisibile da cose visibili.
Bellezza rivoluzionaria, misteriosa, visionaria, potrebbe essere lei una delle donne che si nasconde sotto la
vernice di Stasino? Sorrido, immaginando a cosa avrebbe pensato Breton all’ipotesi, quel personaggio “amante
dell’amore in un mondo che non crede che alla prostituzione”, come lo apostrofava Marcel Duchamp, che
vagava per Parigi in compagnia di artisti e scrittori. E giocheresti mai con i Toys di Lucio DDT ART? così
intensamente espressivi, che entrano nella tua mente e difficilmente li dimentichi? Da dove provengono? Da
quale universo parallelo o tempo spazio sono arrivati fin qui?
E intanto fuori comincia a piovere, l’acqua bagna il finestrino. La campagna di Frascati è ormai alle spalle, si
attraversa quella linea retta dell’autostrada del sole che mi porterà a Napoli ad incontrare due artisti: Davide
Stasino e Lucio DDT ART.
Non sarà la Parigi di Breton, dei surrealisti, delle avanguardie, ma certamente non ne faccio un cruccio. Anche
la città partenopea, in scala più piccola, fibrilla, pulsa di idee. Napoli dai mille contrasti, che pota i rami delle
sue viti per portare più frutto e per accidente o per capriccio gli capita di recidere pure quelli migliori. Ma
quanta linfa lacrima dalle cicatrici del tronco! così il capoluogo campano fa con i suoi figli: li annienta e li nutre
allo stesso modo. Li alimenta con la sua linfa vitale, rendendoli capaci di slanci unici e irripetibili: Davide Stasino
e Lucio DDT ART sono una testimonianza. Della città ne hanno ereditato lo spirito, estroso e creativo, per
espandere la loro sensibilità su territori poco battuti, per parlare all’anima. Cantare a colpi di pennellate una
condizione umana che sfugge, difficilmente inquadrabile, che scopri nel tuo inconscio o ritrovi nel presente, in
una vita parallela o in una serie televisiva dispotica che non hai ancora visto e che, magari speri di non vedere.
Insieme non formano un movimento, troppo liberi per lasciarsi imbrigliare in regole precise, in manifesti che
non legge nessuno e anche difficili da postare su Tik Tok…
Sono invece amici, si confrontano, dialogano, collaborano come musicisti in una jam session, ma ognuno crea
arte in modo particolarissimo, capaci di catapultarti nel loro universo al di fuori e oltre il confine.
“Forme amorfe” è il progetto a cui stanno lavorando. Una sorta di viaggio, non solo artistico, ma
soprattutto mentale…
Forme Amorfe
Di Andrea Capasso
La DDT ART continua a farci la stessa domanda: «Cosa resterà, dopo?» Cosa resterà dell’uomo e del mondo,
infatti, quando l’aria sarà tutt’uno con i gas di scarico delle auto e i fumi letali delle fabbriche, quando l’acqua
non sarà altro che veleno liquido e i corpi (i nostri, dei nostri figli, dei nostri nipoti…) saranno contorti e
deformati dall’impazzire delle nostre cellule?
Le creature e gli oggetti che l’Artista ci mostra si stagliano su sfondi sfumati, nei toni del grigio e del bianco
sporco o giallognoli, che alludono a un ambiente desertificato e spogliato di vita, dove nulla cresce e nulla
vive veramente, ma al massimo sopravvive, nonostante tutto. Per sopravvivere, uomini e animali si sono
adattati, e hanno assunto le forme di robot senza carne, o di indistinti ominidi dai tratti consumati da venti
radioattivi. Nel loro mondo inaridito, essi ci guardano e restano in silenzio, forse per accusarci, forse perché
hanno perso definitivamente la ragione.
Profondamente turbato dalla conoscenza del presente, ispirato dal potente immaginario pop di opere
cinematografiche come Mad Max e da fumetti come Hokuto no Ken, Lucio DDT ART ci regala dipinti capaci di
aggredire la nostra coscienza e sfidare il nostro calmo, borghese “senso estetico”…
…L’arte di Davide Stasino propone, con disciplina e ossessione, immagini di corpi e, soprattutto, volti, che
arrivano a comporre un caleidoscopico album di identità da ricercare e decifrare.
Occhi, nasi, bocche delle sue figure, prevalentemente femminili, sono cancellati (forse nascosti, forse protetti)
dal colore, che a volte cola, a volte schizza, a volte seppellisce brutalmente. Se, concretamente, è la mano
dell’Artista che spande il colore sulle forme, simbolicamente è il contesto sociale a richiedere la cancellazione
dell’identità personale, in modo particolare di quella femminile. Nel mondo dei social network, in cui la
bellezza standardizzata trionfa, si brucia e muore, cosa interessa agli utenti, ai follower, sapere chi siamo
veramente? Se i nostri desideri, la nostra storia, le nostre vicende sono solo irrilevanti fotogrammi, che
scorrono velocissimi sotto gli occhi di tutti, cosa contano i nostri connotati?
Le nullità di ieri saranno i divi di domani, e le star di oggi diventeranno i reietti del futuro; tutto è ridotto a
prodotto per il mercato, intercambiabile e rimborsabile, destinato a una funzionale obsolescenza. Il mercato
della visione richiede solo maschere colorate e vezzose, atte a compiacerci per un po’; poi, tutte possono
andare al macero.
Tuttavia, la seduzione della forma è potente; ne siamo forse immuni? L’esperienza estetica non è forse, anche,
un compiaciuto osservare?
I dipinti di Stasino denunciano e interrogano, propongono riflessioni e pronunciano enigmi. Spetterà a noi
cercare di raccogliere la sfida di conoscenza che essi rappresentano, dinanzi alla quale, probabilmente,
finiremo per sapere di non sapere. L’arte del Nostro, infatti, è fatta per stimolarci infinitamente, grazie al
carattere misterioso e divinamente ambiguo dei suoi soggetti…